Recensione di Molotov e bigodini. Italia, anni Settanta. Pranzo della domenica con le tagliatelle al ragù e assemblee perse in una nuvola di fumo. Viaggi in autostop e sedute di autocoscienza (qualunque cosa fosse…). Minigonne e botte davanti alla scuola. Slogan e ceffoni. Quando dominava “il dibattito”, tutti si “mettevano in discussione” e le ragazze si innamoravano dei bei rivoluzionari. Succede anche ad Alice, ultima figlia di una famiglia operaia di Latina, che affronta l’adolescenza in un decennio straordinario, nel bene e nel male. Con i genitori “tutti rosari, Messa la domenica e a casa all’ora di cena” (ma da accaniti lettori si svenavano per comprare i libri) Alice entra presto in rotta di collisione come da copione. Eppure anche lei si ritrova a seguire la strada delle sorelle maggiori  che barattavano la libertà con le nozze a diciott’anni.

Amori ribelli

Ma che sia per amore di rivoluzione (“una mattina si è svegliata maoista”) o del compagno Salvatore anche Alice si sposa giovanissima. Gli anni passano tra fabbriche occupate, pochi soldi, errori e tanti amici fino agli inevitabili compromessi della vita adulta. Un romanzo che ricostruisce con affetto e ironia le atmosfere e i sogni degli anni in cui la politica era tutto. Un’epoca in cui di crisi di coppia si parlava al collettivo e le giovani donne “prendevano coscienza”. Quello di Amedea Pennacchi è uno sguardo femminile/femminista sulle piccole storie ordinarie all’ombra degli anni di piombo.

Oltre la recensione di Molotov e bigodini. Altri titoli in qualche modo “connessi”

Il cognome delle donne, Aurora Tamigio

La nipote, Bernhard Schlink

Titolo Molotov e bigodini
autore Amedea Pennacchi
Editore Edizioni e/o
pagine 358
anno di uscita 2023