Copertina del libro "Prima e dopo" di Alba de Cespedes, Cliquot

Roma, primi anni Cinquanta. La guerra è finita da poco, ogni cosa sta tornando al suo posto. I giovanotti  brillanti si preparano a fare carriera e a regalare una pelliccia alle giovani mogli. Le ragazze di campagna tornano in città per mettersi al servizio delle famiglie dei signori. Erminia – non bella e “non adatta a servire in una casa fine” – lavora a casa di Irene, una giornalista che abita da sola. Irene ha molti amici ma non un marito. Irene è una donna indipendente decisa a vivere del proprio lavoro, rinunciando alle certezze che la sua origine borghese  e un “buon matrimonio” le avrebbero garantito.

Controcorrente

Una scelta coraggiosa che non tutti comprendono negli anni del boom e che sconcerta Erminia, abituata a muoversi dentro i confini certi della propria condizione sociale. Chi è questa “padrona” che tratta la domestica con gentilezza? Perché la “signora”  non passa le giornate dalla sarta o a giocare a carte con le amiche? E poi è mai possibile che incontri uomini “solo” per lavoro? Troppo per Erminia che si licenzia e torna dalla “padrona” precedente, una donna sprezzante che non esita a batterla per la minima mancanza ma che non manda in crisi il suo castello di valori e peccati presunti.
Anche per Irene è difficile comprendere Erminia, al punto che considera la sua scelta una sorta di tradimento. Ma è sempre più facile adeguarsi alle regole che non essere liberi. Ed è difficile accettare che non tutti diano lo stesso valore alla libertà.

Opposti

La vita mette di fronte due donne che possono specchiarsi nella propria diversità e possono scegliere il proprio destino, anche sentimentale. In un flusso di coscienza Irene sfrutta l’evento domestico che tanto la turba per riflettere sulle proprie decisioni e anche sulla relazione con Pietro. Il suo compagno è un intellettuale, un uomo illuminato che la apprezza ma che in fondo…

La casa editrice Cliquot fedele al mandato di cacciatrice di gioiellini dimenticati, ripropone un racconto pubblicato la prima volta nel 1955 e poi come spesso capita uscito dai radar delle librerie. La scrittura essenziale, l’attenzione al ruolo delle donne nella società, lo scavo  psicologico ne fanno un romanzo estremamente attuale, come tutta l’opera di Alba de Céspedes. La scrittrice – figlia di un diplomatico cubano – è stata una voce significativa della letteratura neorealista del dopoguerra.

La voce delle donne

Con i  romanzi e i testi teatrali e radiofonici negli anni Settanta ha rivelato una grande attenzione alle “questioni di genere”, ai momenti di rottura sociali che costringono le donne (ma anche gli uomini) a fare il punto sul proprio posto nel mondo. Che sia attraverso il diario in cui Valeria annota i propri pensieri (come succede ne Il quaderno proibito), i ricordi tragici di Alessandra (Dalla parte di lei) o il “tradimento” della domestica di Irene in Prima e dopo, Alba de Céspedes racconta storie di donne al limite. Le sue protagoniste sono donne  pronte a pagare un prezzo per la propria libertà – compresa quella di scoprirsi fragili. La scrittrice, scomparsa ottantenne nel 1997, dimostra di avere ancora molto da dire, anche alle ragazze più giovani. Da far leggere nelle scuole.

Oltre la recensione di Prima e dopo. Altre storie di emancipazione
Il cognome delle donne , Aurora Tamigio
Il sogno della macchina da cucire, Bianca Pitzorno
La portalettere, Francesca Giannone

 

Titolo Prima e dopo
autore Alba de Céspedes
editore Cliquot
pagine 128
nuova edizione 2023
prima edizione 1955