Copertina del libro di Tore Renberg "La mia Ingeborg", FaziTollak è un uomo che appartiene al passato, o meglio: alla sua versione del passato. Del mondo attuale rifiuta tutto, ma anche dei tempi andati ha un’idea tutta sua basata sulla convinzione che tutto quello che serve per vivere siano un po’ di terra e braccia per lavorarla. Irascibile e solitario, il boscaiolo Tollak è sempre stato un tipo con cui era difficile andare d’accordo. Litigioso con la famiglia di origine, brusco con i clienti della sua segheria, burbero con i figli. Unica eccezione in questo deserto di relazioni l’amatissima moglie Ingeborg («dal giorno in cui l’ho vista per me non sono esistite altre donne»). Per lei ha pensieri di una tenerezza sorprendente, la loro è una appartenenza totale. Lei è “la mia Ingeborg”, lui  “Tollak di Ingeborg” (che poi è anche il titolo originale del romanzo). Insieme sono stati felici, nonostante le difficoltà di una esistenza spartana nelle remota provincia norvegese, limitazioni che la più socievole Ingeborg aveva imparato a sopportare.

La scomparsa

Poi un giorno Ingeborg è scomparsa, e con lei il filo che teneva attaccato Tollak alla società. Anche i figli si sono trasferiti in città e nella casa nel bosco è rimasto solo Oddo, un uomo-bambino colpito da un grave ritardo mentale.  Tollak aveva adottato Oddo quando era un ragazzino tormentato dai bulletti della scuola. Ormai anziano e sempre più colmo di quella rabbia cieca che gli ribolle dentro, Tollak un giorno scopre sul suo corpo i segni di una grave malattia, lo stesso cancro che aveva visto uccidere suo padre. Comprende di non avere più molto tempo e di essere «braccato dai cani neri», così decide di liberarsi dei suoi segreti. Terribili.

Una voce dal Nord

Tore Renberg, romanziere molto noto in Norvegia, colpisce con un testo dalla scrittura essenziale e perennemente in bilico tra registri opposti. Il burbero boscaiolo esprime tenerezza per l’amata moglie, ma anche insofferenza per le sue rare uscite con le amiche. Lo stesso uomo teorizza una vita semplice ma non si fa  scrupolo nell’accettare anche affari poco chiari. Alla generosità nell’accogliere un ragazzino svantaggiato, si contrappone l’indifferenza verso il disagio dei figli. Ma qual è il vero volto di Tollak? Possibile che sia lo stesso cuore a gestire emozioni opposte? Le contraddizioni di un personaggio dall’anima nera emergono lentamente nello sviluppo della trama, che a poco a poco prende il ritmo di un thriller. Ed è bene non aggiungere altro per non togliere il piacere della lettura.

Oltre la recensione di La mia Ingeborg. Altre letture in qualche modo “connesse”
L’uomo che voleva essere colpevole, Henrik Stangerup
Uvaspina, Monica Acito
Risposta a una lettera di Helga,Bergsveinn Birgisson

 

Titolo La mia Ingeborg
autore Tore Renberg
traduzione Margherita Podestà Heir
editore Fazi
pagine 180
anno di uscita 2024