To kill a Mokingbird- Uccidere un tordo beffeggiatore era il titolo originale con cui questo romanzo uscì nel 196o negli Stati Uniti. Non c’è americano che non abbia letto il capolavoro di Harper Lee, diventato Il buio oltre la siepe nella traduzione italiana. Peccato. Mantenere nel titolo, come suggerisce anche l’immagine di copertina di molte edizioni, uccidere l’inoffensivo il tordo beffeggiatore (il mockingbird) porta subito al cuore della vicenda. Il razzismo, la violenza, l’ottusa adesione alle regole “perché si è sempre fatto così”. Un meccanismo che apre la strada al pregiudizio e alla sopraffazione verso i più deboli. Certo c’è anche una sottotrama ricchissima di spunti, dall’educazione dei ragazzi al tema della paura del buio, dell’ignoto rappresentato dal vicino “strano” che genera timori e piccole cattiverie… ma il centro della storia è fissato nella metafora della caccia a un uccellino comune e innocuo. Qualcosa che si sa che non si dovrebbe fare, ma che qualcuno comunque fa.
Tutti conoscono la trama del romanzo Premio Pulitzer, da decenni in pole position tra le letture consigliate nelle scuole. Riletto a distanza di decenni si rivela ancora attuale, purtroppo.
La trama
Alabama, anni Trenta del Novecento. La vita scorre su binari ben definiti nella profonda provincia del Sud degli Stati Uniti, dove la schiavitù è abolita per legge ma il razzismo è ancora radicato. L’avvocato Atticus Finch – uno dei personaggi più solari e positivi che si possano incontrare in letteratura – è un notabile della cittadina dove vive con i figli dopo la morte della moglie. A prendersi cura dei ragazzi, il preadolescente Jem e la pestifera Scout, la tata Calpurnia, una donna di colore tanto affettuosa quanto severa. Le stagioni si succedono sempre uguali, tra le piccole avventure dei ragazzi, le signore pettegole, gli inviti per il tè e le buone maniere e una rigida separazione tra bianchi e neri. Che frequentano chiese diverse, vivono in quartieri distanti e si incrociano solo per lavorare senza che nessuno colga la paradossale contraddizione (una situazione che ricorda il più recente romanzo The Help, di Kathryn Stockett).
Quando l’avvocato Finch (che ha già fama di essere “amico dei neri”) viene chiamato a difendere il mite Tom Robinson dall’accusa ingiusta di aver violentato una ragazza bianca la situazione precipita e il romanzo decolla.
Lezione di civiltà
Il processo, le reazioni del paese, la dignità degli afroamericani, l’innocente stupore dei ragazzi, la battaglia civile appassionata e inutile dell’avvocato Finch sono il cuore del romanzo. “Il caso di Tom Robinson è qualcosa che tocca la parte più profonda della coscienza di un uomo” dice Atticus e così impartisce una lezione di civiltà ai figli (e a tutti i giovani lettori) sempre attuale. E lo sarà finché ci saranno persone che trovano normale sparare ai mockingbird.
A proposito di lezioni e di etica
Stoner, John Williams
L’uomo che voleva essere colpevole, Henrik Stangerup
La morte di Murat Idrissi, Tommy Wieringa
titolo Il buio oltre la siepe
autore Harper Lee
traduzione Vincenzo Mantovani
editore Feltrinelli
anno di uscita 1962, pagine 350, Isbn 9788807892790