Londra, anni Venti del Novecento. La guerra è alle spalle, si cerca di tornare alla normalità. Ci prova anche l’infermiera Florence Nightingale Shore, che come la famosa madrina di cui porta il nome si è spesa nella cura dei feriti. Ora si è regalata una pelliccia nuova e sale sul treno a Victoria Station per andare a far visita a un’amica. Non ci arriverà mai perché qualcuno la ucciderà nell’ultima carrozza.

Sullo stesso treno viaggiava anche Louisa Cannon: figlia di una lavandaia, alla prima stazione la ragazza si butta letteralmente dal treno per sfuggire all’equivoco zio che ha in mente di “cederla” a certi suoi amici per pagare un debito.

Due vite completamente diverse che per un istante si incrociano. Louisa trova lavoro come bambinaia presso la famosa famiglia Mitford, ma non riesce a dimenticare il delitto del treno. Con ingenuità e arguzia tutta british la ragazzina indaga, complice un giovane poliziotto che le fa la corte e l’intraprendente Nancy, la più grande delle sorelle Mitford (che infatti diventerà  una famosa scrittrice). Tra balli, fughe notturne, regole aristocratiche e colpi di scena alla fine la verità verrà a galla…

Abilmente sospeso tra realtà e fiction, il romanzo inaugura una mini serie e dipinge  un mondo in profonda trasformazione visto dall’Oxfordshire del primo dopoguerra.

 

L’assassinio di Florence Nightingale Shore, Jessica Fellowes, traduzione di Maddalena Togliani, Neri Pozza, 2017, pagine 398