titolo La porta delle stelle
autore Ingvild Rishøi
traduzione Maria Valeria D’Avino
editore Iperborea
pagine 156, anno di uscita 2021, Isbn 9788870916898
La recensione
L’infanzia non è mai una passeggiata. La favola nordica di Ingvild Rishøi non cade nella trappola dell’idillio ma racconta una storia contemporanea di paura e disperazione, resilienza e candore. Siamo alla periferia di Oslo. Ronja ha dieci anni, si è affezionata a uno scoiattolo trovato in cortile e va a scuola come tutti i bambini della sua età. Sua sorella Melissa di anni ne ha 17 e da quando è morta la loro madre si prende cura di lei e del padre, che sarebbe amorevole e tenero ma sul quale non si può proprio fare affidamento. Il padre è un alcolista. Le figlie sono abituate a trovarlo svenuto sul divano con la bottiglia accanto, a vederlo tornare a casa depresso perché ancora una volta è stato licenziato o a non sapere come pagare le bollette. Prendersi cura del padre che percepiscono malato è un loro desiderio, come è un loro desiderio anche quello di avere un albero di Natale e tanti regali.
Piccole adulte
Le sorelle sono cresciute troppo in fretta e sanno bene che per cavarsela possono contare solo sulle proprie forze. Così si infiltrano nell’azienda locale che commercia alberi di Natale e si improvvisano venditrici, un modo per tenere lontani i servizi sociali e accendere la speranza su un domani migliore. Il romanzo della scrittrice norvegese racconta una storia di ordinario disagio come solo i nordici sanno scrivere (la “piccola fiammiferaia” Ronja è tenerissima). Una storia raccontata con delicatezza ma che apre gli occhi sull’abisso di solitudine che sfiora tante famiglie disfunzionali.
Pensiero laterale
A proposito di famiglie più o meno disfunzionali
C’è silenzio lassù, Gerbrand Bakker