titolo Tutto è possibile
autore Elizabeth Strout
traduzione Susanna Basso
editore Einaudi
pagine 208, anno di uscita 2017, Isbn 9788806229696
La recensione
Dopo Mi chiamo Lucy Barton la scrittrice torna alle sue origini: Amgash, la cittadina nei pressi di Chicago dalla quale è scappata per andare al college è non è più tornata. Sono passati molti anni da quando la piccola Lucy era una bambina emarginata, che viveva in una famiglia disfunzionale tra miseria e vuoto affettivo. Lucy non è più tornata a casa, sente spesso i fratelli ma non li ha più incontrati da quando si è trasferita a New York ed è diventata scrittrice.
Quando il suo ultimo libro arriva nell’unica libreria di Amgash per molte persone è una sorpresa. La “piccola Lucy”, emarginata a scuola, derisa dai compagni, ha scritto un memoir in cui racconta senza esitazioni frustrazioni, miseria e riscatto sociale. Non è certo un libro che può suscitare simpatie.
Passato e futuro
Un capitolo del romanzo è dedicato al fratello Pete, un uomo-bambino che vive isolato, non si è mai emancipato dalla terribile famiglia di origine, è insicuro ma non livido. Pete ancora soffre per la mancanza di empatia dei genitori, per la loro miseria morale e la sessualità esibita, fonte continua di imbarazzo. È piena di risentimento invece la sorella Vicky, che è rimasta ad Amgash, lavora in una casa di riposo e si sente in credito verso la sorella di successo. La breve visita che dopo quasi vent’anni Lucy si decide a fare ai fratelli è occasione di chiarimento, ma anche di dolore. L’impatto emotivo con l’ambiente doloroso della sua infanzia scatena in Lucy un attacco di panico e deve allontanarsi dalla cittadina in tutta fretta:«Semplicemente non ha sopportato di ritrovarsi qui: è troppo dura per lei» (pag 143).
Altri titoli del ciclo Lucy Barton
Mi chiamo Lucy Barton
Oh, William!
Lucy davanti al mare
Altri romanzi di formazione e riscatto sociale:
Demon Copperhead, Barbara Kingsolver
L’educazione, Tara Westover
Il mare dove non si tocca