Ogni giorno Anne de Quémeneur, vedova Le Floch, sale il sentiero che la porta nella sua vecchia casa. Si siede in quella che è poco più che una baracca e aspetta. Davanti a lei il mare di Bretagna, dietro, il paese e una casa che non riesce a sentire sua. Anne è sposata al farmacista Étienne, un’autorità nella provincia degli anni Cinquanta. Ma soprattutto è madre di Louis, il ragazzo che è “testimone vivente” di una vita precedente – quando era moglie del pescatore Yvon. E’ questo che vede Etienne ogni volta che posa gli occhi sull’adolescente, e che nonostante gli sforzi non riesce a sopportare.

Fuga

L’arrivo di altri due figli, amatissimi, non riesce ad allentare le tensioni familiari e così l’adolescente Louis un giorno non torna a casa. Potrebbe essersi imbarcato per seguire le orme del padre, dicono le voci della gente del porto. I sensi di colpa di Etienne, l’attesa di Anne ridisegnano la routine della famiglia. E la donna, che pure non si sottrae ai suoi doveri, concentra tutto il suo senso materno nell’attesa – quasi una gestazione – del figlio perduto, arrivando a fantasticare sul piatto preferito del figlio che cucinerà al suo ritorno.

Un personaggio indimenticabile, un romanzo delicato e potente. Gaëlle Josse, scrittrice e poetessa che vive a Parigi, è autrice anche di Le ore del silenzio (Skira).

Per restare in tema
Il figlio prediletto, Angela Nanetti

Non fa niente, Margherita Oggero
Il libro blu di Nebo, Manon Steffan Ros

titolo L’attesa
autore Gaëlle Josse
traduzione Elena Cappellini
editore Solferino
pagine 201
anno di uscita 2019