La prova era schiacciante. Le telecamere avevano ripreso chiaramente l’assassina mentre usciva dalla camera d’hotel di Edip Bey, eppure il commissario Nevzat non riusciva a credere ai suoi occhi: la donna che aveva messo fine ai giorni del ricco collezionista era Agatha Christie, vestita proprio come nel dipinto della scrittrice appeso alla parete sopra il cadavere. Siamo a Istanbul, in un eccentrico albergo in cui ogni stanza è dedicata a uno scrittore famoso, il luogo in cui amava rifugiarsi la vittima, un sessantenne innamorato della letteratura e dei personaggi dei romanzi, che si scoprirà nascondere parecchi segreti. Ad affiancare il commissario ci sono il maldestro poliziotto Ali e l’affascinante criminologa Zeynep, impegnati in un caso che sembra scritto da un abile sceneggiatore, dove quasi nessun personaggio è quello che sembra.  La squadra interviene anche nei due casi successivi che completano l’ultimo romanzo arrivato in Italia del giallista turco, che lasciano scoprire qualcosa in più dell’investigatore impegnato sulle rive del Bosforo, già protagonista di altri titoli. Come altri “colleghi” letterari Nevzat si muove su una macchina datata – “la vecchiarella” – (e il pensiero va al greco Charitos creato da Markaris), ha una vita sentimentale su cui grava l’ombra di un lutto (che fa pensare al burbero Schiavone) e ha intuizioni “alla Wallander”, dell’indimenticato Mankell.  Ahmet Ümit, poeta e scrittore molto noto in Turchia, utilizza le trame del giallo per raccontare una città e i suoi chiaroscuri. Tra kebab e reportage.

Il nostro amore è un vecchio romanzo, Ahmet Ümit, Scritturapura, traduzione Nicola Verderame, pagg 232, 2023