Bianca la strada che porta al cimitero, bianche le croci sulle tombe, un numero al posto del nome. Non ha nome neanche la protagonista del romanzo, di lei si sa che è cresciuta tra i ghiacci della Groenlandia, vive nella capitale Nuuk – che per i nostri parametri è poco più di un paese – litiga regolarmente con la madre, ha una relazione con la dolce Maliina e si prepara a frequentare l’università in Danimarca. Come tutti gli adolescenti del mondo è insicura del proprio corpo, che considera troppo grosso e scuro, ha fame d’amore e paura di deludere se stessa e gli altri, ma come i coetanei inuit convive con un malessere profondo che genera il record di suicidi tra i giovani groenlandesi. Un fenomeno che atterrisce le stesse famiglie e la società, che scelgono il silenzio e lasciano sbiadire il ricordo dei tanti ragazzi perduti come i fiori di plastica – rosa e rossi per le donne, azzurri per i maschi – abbandonati sulle loro tombe anonime.
Male di vivere
Davvero bastano le poche ore di luce al giorno, abitare una terra sconfinata e inospitale e il fatto di essere nati in un luogo marginale a giustificare il male di vivere di questa gente? Si può accettare come spiegazione che “ci sono delle persone non adatte a vivere”? Niviaq Korneliussen, la giovane (è nata nel 1990) e premiata scrittrice groenlandese non offre risposte, ma racconta con un linguaggio che sa essere ironico e urticante un disagio feroce e autentico. Una voce che arriva da un Paese “ai confini del mondo” (chi conosce la capitale della Groenlandia?) ma che parla a tutti.
Oltre la recensione de La valle dei fiori. Altri titoli in qualche modo “connessi”
Metodi per sopravvivere, Guðrún Eva Mínervudóttir
Doppio vetro, Halldora Thoroddsen
titolo La valle dei fiori
autore Niviaq Korneliussen
traduzione Francesca Turri
editore Iperborea
pagine 320
anno di uscita 2023