Bella mia è il secondo romanzo di Donatella di Pietrantonio, uscito nel 2013 e poi ristampato nel 2018, l’anno successivo al grande successo de L’arminuta. Ma la ragione dei riconoscimenti <tardivi> più che nella  notorietà dell’autore, meritatamente premiata per l’Arminuta, sta  nella <distanza> temporale  dai fatti che lo hanno ispirato e che probabilmente  ne ha agevolato la lettura. La vicenda è di fantasia ma è ispirata al terremoto del 6 aprile del 2009, alla terribile notte dell’Aquila. Quando la terra tremò per la prima volta separò per sempre le vite delle gemelle Caterina e Olivia, lasciando di fatto la prima a occuparsi del figlio della sorella. Ma si può diventare madri in una notte? Come conciliare il proprio lutto con quello di un adolescente ferito e taciturno? Marco un padre lo avrebbe, ma è un musicista preso dalla sua vita in un’altra città, e anche l’anziana madre delle gemelle, che si è aggrappata alle visite ossessive al cimitero, non è di grande aiuto. Così Caterina affronta da sola la sua personale ricostruzione, tra errori, scontri e piccole felicità che credeva perdute per sempre. Un romanzo duro e intenso, come la terra abruzzese, che scava e sorprende.

 

Bella mia, Donatella di Pietrantonio, Einaudi, pagine 182, 2018