Igiaba Scego si definisce una scrittrice “made in Italy” in quanto nata e vissuta a Roma, ma non dimentica le sue origini somale. Figlia di esuli somali, fuggiti negli anni Sessanta all’avvento della dittatura di Siad Barre, Igiaba con questo romanzo biografico torna a Mogadiscio e ai luoghi della sua famiglia. In un flusso di memoria racconta a una giovane nipote la storia della loro famiglia sradicata e ricorda a se stessa la proprie radici, e deve farlo con le sonorità della lingua madre. Così scopriamo il “jirro”, una parola intraducibile che esprime il trauma dello sradicamento, la malattia che non lascia mai chi è costretto a separarsi dal proprio mondo. Ed è proprio dipanando il filo del jirro che si scopre la storia di una famiglia che ha ricoperto un ruolo politico importante nel Paese prima del colpo di stato.
Famiglia
Nel racconto di Igiaba compaiono il padre diplomatico, la madre appartenente a una tribù nomade, i fratelli più grandi rimasti in Africa e incontrati solo da grandi. Il romanzo, profondo e ironico, dipinge le umiliazioni della vita da emigrati e la lotta quotidiana per trovare un posto nel mondo. Alle vicende della famiglia, sparsa ormai in diversi continenti, e agli aneddoti quotidiani si alternano i fatti storici, le guerre infinite che hanno sconvolto il Corno d’Africa, il ricordo del passato coloniale e l’ossessione per l’Italia.
La frase: «ormai Mogadiscio è morta … la vedo seduta accanto a una Troia sanguinante, mentre Cassandra, la figlia di Ecuba e Priamo ne osserva le ferite. … E se quella cassandra fossi io? Una Cassandra che vede il jirro sovrastare i continenti» (pag. 119)
titolo Cassandra a Mogadiscio
autore Igiaba Scego
editore Bompiani
pagine 367, anno di uscita 2023
Isbn 9788830109230
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