Il divieto di uscire di casa. I tradimenti esibiti. Le punizioni ai limiti del sadismo. Scene da un matrimonio violento. Solo che in questo caso è lei, la moglie, a esercitare una tirannia crudele (e un po’ surreale) sul povero marito.

Lei Maria Antonietta Salvatores, donna bella e prepotente di professione commissario di polizia, ha voluto sposare chissà perché il mite Antonio Maria Cotroneo, titolare di una storica sartoria. Ben presto il marito si chiude in casa, vittima e un po’ complice dei maltrattamenti della “sua signora”, e già dal nome speculare si intuisce rappresentino l’uno l’anima nera dell’altro.

Se la caverà il debole e cervellotico Antonio, che in un impeto di coraggio chiama un telefono rosa ma non riesce a spiegare di essere lui il maltrattato? E la commissaria, che abusa in maniera disinvolta del suo potere (e degli agenti di primo pelo) fino a che punto arriverà? E soprattutto, riuscirà a sopravvivere a un marito che si lascia ispirare da quei cartoni animati che guarda compulsivamente per farla fuori?

In questo rovesciamento di ruoli si sviluppa una commedia amara che con perfetti tempi teatrali fa sorridere e dosa incubi ed equivoci di un inferno domestico. Siamo ormai lontani anche nella scrittura, che frequenta i toni del grottesco, dalle atmosfere corali della serie iniziata con La casa di ringhiera e le indagini pasticcione del pensionato detective Consonni. Con il nuovo romanzo lo scrittore fiorentino inaugura un nuovo ciclo (prendiamo sul serio la promessa del titolo…) e ci porta in un appartamento borghese freddo e claustrofobico. E aggiunge un nuovo nome al lungo elenco di commissari/poliziotti/investigatori da romanzo.

Commedia nera n. 1, Francesco Recami, Sellerio, pagine  216