La recensione di Daphne. Scogliere a picco sul mare, cielo grigio e manieri gotici, tramonti e l’urlo costante del vento. Se non esistesse veramente si potrebbe pensare che la Cornovaglia l’avesse immaginata Daphne Du Maurier come scenografia ideale per ambientarci le sue storie tormentate (in effetti, in quale altro posto avrebbe potuto vivere Rebecca?).

La scrittrice

Eppure Daphne è nata nel 1907 nella Londra privilegiata di Mayfair, il quartiere della regina, ha studiato in collegio in Francia e frequentato Parigi ma si è sentita a casa solo nella contea di Fowey, nel profondo meridione del regno. Non è una ragazza qualunque Daphne, e come potrebbe con la famiglia istrionica che si ritrova (il padre Gerald è un famoso attore, la mamma un’ex attrice, lo zio un importante editore, il nonno uno scrittore…). La bella biografia di Tatiana De Rosnay racconta la vita dorata dell’adolescente Daphne, le feste sontuose nella casa di Londra, la passione precoce per la lettura e la scrittura, l’ambiente di artisti amici di famiglia, la vita libera che per le ragazze degli anni Venti e Trenta del Novecento era tutt’altro che scontata, il rapporto con le sorelle e la governante Tod (che proseguirà per tutta la vita), gli anni nel severo collegio di Parigi, poi la scoperta della Cornovaglia, il matrimonio e l’enorme successo di Rebecca, la prima moglie.

Il personaggio Daphne

Come succede nelle biografie romanzate i fatti storici si intrecciano a dialoghi immaginati, ma cosa importa, quello che conta è che il personaggio esca dalle pagine. E Daphne è qui, con il suo talento e le sue contraddizioni, il suo alter ego maschile a cui ogni tanto cede le redini, i suoi capricci e i suoi amori non sempre convenzionali. Non era un mistero la lunga relazione avuta da ragazza con una insegnante francese, poi la passione non ricambiata per la moglie del suo editore, raccontate nella corrispondenza con le sorelle e gli amici senza che mai le fosse passato per la mente di considerarlo un problema o di definirsi bisessuale. E poi c’è la Cornovaglia, dove nasce la scrittrice. Negli anni Quaranta si trasferisce nella cupa e amatissima casa di Menabilly dove darà vita ai suoi personaggi letterari e farà i conti con i suoi fantasmi personali. Le passeggiate solitarie nella brughiera l’aiuteranno ad affrontare le lunghe assenze del marito – il maggiore Friederick Browning – e a crescere i suoi tre figli. L’atmosfera ideale per sviluppare i suoi racconti da brivido, come Gli uccelli che Alfred Hitchcock avrebbe portato al cinema.

Oltre la recensione di Daphne. Altri titoli in qualche modo “collegati”

Marguerite è stata qui, Eugenio Murrali
Il canto di Mr Dickens, Samantha Silva
Mary, Anne Eekhout
Le sorelle Mitford, Mary Lovell

Il libro
Titolo Daphne
autore Tatiana De Rosnay 
traduzione Alberto Folin
editore Neri Pozza
pagine 430
anno di uscita 2016