I sopravviventi, Girolamo Grammatico, Einaudi, pagine 172, 2023

Chi si è salvato da un disastro può ben dirsi un “sopravvissuto” e usare il participio passato del verbo perché quell’evento se lo è lasciato alle spalle. Ma chi non ha mai la certezza di vedere l’indomani, chi non sa se avrà le risorse sufficienti per nutrirsi o scaldarsi, è un “sopravvivente”, e il verbo usato al presente esprime perfettamente tutta la fatica di una sfida sempre in corso. Chi è più sopravvivente di un senza dimora? Persone che non hanno più chiavi di casa né speranze, poco più che fantasmi che vagano da un ostello a una panchina e che hanno come unico interlocutore l’operatore di un centro di accoglienza.

Visti da vicino

Girolamo Grammatico – narratore e protagonista di questo romanzo verità – è impiegato in un grande centro per senza tetto a Roma, un mondo che ha conosciuto da volontario e che poi si è trasformato in un lavoro. E in un modo di vedere il mondo. Tra chi si affaccia alle porte di posti simili e chi è dall’altra parte della cancellata si creano dinamiche delicate, dove scattano continuamente scintille di umanità e lampi di insofferenza. Chi sono i sopravviventi? Chi c’è dentro quei corpi feriti, abbandonati, sporchi? Persone alla deriva che forse non sono più neanche in grado di afferrare il salvagente dell’amicizia, della solidarietà, dell’affetto. Grammatico se lo è chiesto continuamente nei lunghi anni di attività man mano che incontrava alcolisti, malati di mente, ex detenuti… tutte persone che anche il volontario più motivato fatica spesso a raggiungere.

Nella città degli ultimi

Il racconto di Grammatico è un reportage nella città degli ultimi ma anche una riflessione sul senso – laico e religioso – della solidarietà che non può essere solo freddo welfare né essere demandata al buon samaritano di passaggio. Il profugo siriano malato, la ragazza con i capelli giallo canarino, il  vecchio Mimmo che non ne vuole sapere di lavarsi sono alcuni dei personaggi che entrano nell’orbita di Girolamo, uno che “ovunque andassi attiravo sempre e solo disagiati”. Un uomo tra altri uomini.

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