Recensione I volti dell’ombra. Francia anni Cinquanta. Il protagonista del noir  è Richard Hermantier un potente industriale che perde la vista a causa dell’esplosione di una bomba a mano, un residuato bellico rimasto sepolto nel giardino della sua casa. Nella villa in Vandea in cui trascorre la convalescenza, Hermantier deve imparare ad affrontare il buio e i rapporti inevitabilmente cambiati con i suoi famigliari e dipendenti. Potrà ancora dirigere la fabbrica di lampadine – che per crudele paradosso è pronta a lanciare un prodotto rivoluzionario per l’illuminazione? Potrà fidarsi delle persone che gestiscono la sua vita? Chi sono i volti dell’ombra? Mentre impara a muoversi “nel buio popolato di oggetti fragili”, il magnate a cui bastava un’occhiata per trasmettere ordini si trova a dubitare del fratello irresponsabile e spendaccione, della bella e sciocca moglie, dell’ambiguo socio in affari…

Indagine psicologica

Consapevole che “d’ora in poi ogni giorno sarebbe stato più gravoso del precedente per colpa dell’angoscia” Hermanier affronta un viaggio nelle tenebre dei sensi e dei sentimenti. Un labirinto senza via d’uscita, tra piccoli eventi inspiegabili e personaggi sfuggenti, con la certezza che niente è quello che sembra. Prosa asciutta, efficace e molto “moderna” per i maestri francesi del noir Pierre Boileau e Thomas Narcejac.    Il romanzo noir I volti dell’ombra è uscito per la prima volta in Francia nel 1953.

Oltre la recensione de I volti dell’ombra. Altri noir
I killer non vanno in pensione, Francesco Recami
Tutta la verità su Ruth Malone, Emma Flint

 

titolo I volti dell’ombra
autore
Boileau-Narcejac
traduzione Federica Di Lella e Maria Laura Vanorio
editore Adelphi
pagine 180
edizione 2023, prima uscita 1953