Anticonformista, ribelle, vulcanica. Angela è una forza della natura e una sciagura per i famigliari che devono in qualche modo gestirla. Per spiegare quanto sia stato difficile averla come madre al figlio ci è voluto un romanzo-memoir. Un ritratto spietato ma che in fondo è una dichiarazione d’amore, l’unica che possa arrivarle perché scritta “nella sua lingua”.
Il fuoco di Angela
Non è facile stare vicino a questa donna invadente, acida, divorata da un fuoco invisibile che arriva (non solo in senso metaforico) dal centro delle sue viscere. Il fuoco di Angela è una rabbia ancestrale, un male che esplode all’improvviso con la voglia di insultare chi percepisce – a torto o a ragione – migliore a causa di un complesso se non di inferiorità di inadeguatezza. Ma perché si sente inadeguata questa donna napoletana vivace che si definiva “non bella ma che si sapeva muovere”? Non è colta ma comunque istruita (ma la mezza cultura secondo il figlio è peggio dell’ignoranza) e non era cosa comune per le ragazze fare il liceo classico e poi l’università nel primo dopoguerra. Nonostante la laurea Angela si esprime in una lingua poco corretta si fa scudo del napoletano, è sguaiata, offende tutti (figli compresi) e si ostina a mostrarsi molto peggiore di quello che è. Le ragioni di questo comportamento le conoscono gli psicologi (ai quali certo una personalità così non si rivolgerebbe mai) ma feriscono chi le vuole bene. Dalla vulcanica Angela un figlio può solo scappare e Antonio Franchini l’ha fatto, trasferendosi lontano per molti anni.
Figli per sempre
Restiamo avvinti ai genitori per un “lungo occulto bisogno di approvazione”. E se l’approvazione non c’è la ferita resta e scatena liti furibonde anche nella maturità (“a più di 60 anni litigo con lei come quando ero ragazzo”). Questa madre è una donna che esprime i sentimenti a modo suo. E’ consapevole di non saper dimostrare amore e questo le provoca un dolore che lei trasforma in rabbia. Averlo compreso permette al figlio di ritrovarla (e accudirla) da anziana, anche se nella sua testa martella ancora la sua voce: “ma famme capì tu sì importante o nun cunte nu cazzo? Ma tu sì scrittore o no?”. Franchini mette le mani avanti e avverte i lettori che con questo libro non voleva “medicare ferite” o risolvere questioni psicoanalitiche. Raccontare questo rapporto complicato non è stato neanche liberatorio, ma rispondeva al desiderio di condividere con i lettori una “esperienza estrema”: l’incontro con un personaggio scomodo, imprevedibile e anche un po’ pericoloso (in pubblico nessuno sapeva mai che cosa avrebbe potrebbe dire…).
“Neanche la vita che abbiamo vissuto possediamo perché ognuno se la ricorda a modo suo”. E Antonio Franchini – scrittore e editor che conosce perfettamente i meccanismi del racconto – in questo romanzo autobiografico dosa perfettamente ironia e furore, dolore e ricordo. Di una madre impossibile, ma viva come non mai.
in tema
Tutto su di noi, Romana Petri
Da parte di madre, Federica De Paolis
L’altra figlia, Annie Ernaux
titolo Il fuoco che ti porti dentro
autore Antonio Franchini
editore Marsilio romanzi
pagine 224, anno di uscita 2024, Isbn 9788829719020