Il libro blu di Nebo, di Manon Steffan Ros, Einaudi

Ci sono cose che si fanno, senza sapere bene perché e di solito sono quelle giuste da fare. Quando Rowenna sentì alla radio che erano state bombardate alcune grandi città americane chiese il pomeriggio di ferie dal negozio di parrucchiera dove lavorava. Prima di tornare a casa passò dal supermercato e riempì la macchina di cibo a lunga conservazione, in farmacia acquistò tutti gli antidolorifici che poteva e all’emporio fece scorta di attrezzi, mentre la notte la passò a stampare le istruzioni per coltivare l’orto recuperate su internet. Quell’intuizione avrebbe salvato la vita a lei e a suo figlio Dylan perché due giorni dopo si spensero tutte le luci e si fermò ogni attività. Era iniziata la Fine.

L’incubo

Siamo dalle parti di Caernarfon, profondo Galles. Sono passati otto anni dall’inizio del black out e le strade da allora sono deserte, i vicini hanno raggiunto amici e parenti in altre città o sono morti quando la nuvola nera ha avvelenato l’aria. Dylan negli anni è diventato un ragazzo bravo a costruire trappole per conigli e Rowenna ha costruito una serra in giardino per coltivare le verdure e allatta ancora la piccola Mona, nata dopo il disastro in circostanze che saranno chiarite al momento giusto. Madre e figlio entrano nelle case abbandonate per recuperare fiammiferi, abiti, libri e quaderni per scrivere che cosa è diventata la loro vita. Sopravvivere è un’impresa crudele che non lascia tempo per la nostalgia, ma non ruba a Rowenna la capacità di commuoversi per un tramonto dietro la collina  o per trasmettere al figlio una rudimentale istruzione.

Post umano

La scrittrice gallese lascia sullo sfondo la catastrofe nucleare per concentrarsi sul mondo affettivo dei sopravvissuti, un tema che fa pensare al viaggio disperato del padre e figlio ne  La strada di Cormac McCarthy. Come nel capolavoro dello scrittore statunitense (uscito nel 2006) al centro del romanzo c’è “quel che resta di umano” in un mondo radicalmente trasformato: poco per il padre senza nome di McCarthy che avanza in uno scenario senza speranza, ma abbastanza per Rowenna che con occhi di madre riesce – o è costretta – a vedere comunque un orizzonte. Una storia pensata in “tempi non sospetti” – il romanzo nel Regno Unito è uscito nel 2018 – ma che letta nel 2023 lascia un brivido in più.

Oltre la recensione Il libro blu di Nebo. Altri titoli in qualche modo “connessi”
Klara e il sole, Kazuo Ishiguro
Macchine come me, Ian McEwan
Cronache della sesta estinzione, Stefano Valenti

Titolo Il libro blu di Nebo
autore
Manon Steffan Ros
traduzione Annamaria Biavasco e Valentina Guani
editore Neri Pozza
pagine 142
anno di uscita 2023