Enniscorthy, Irlanda sud orientale. Nora Webster è una donna di una quarantina d’anni, dopo la morte del marito Maurice, insegnante, resta nella modesta casa con i quattro figli (due ragazze più grandi e due pre adolescenti). L’ambiente, descritto magistralmente, è quello della provincia degli anni Sessanta, dove le donne quando si sposano lasciano il lavoro, si dedicano alla famiglia e alle piccole attività locali.
Nella famiglia di Nora sono cattolici e non mancano le occasioni di attrito con i vicini protestanti, anteprima dei contrasti che infiammeranno il decennio successivo. Le ristrettezze economiche impongono a Nora di tornare a lavorare come contabile negli uffici della società dove era stata impiegata da ragazza (“per  undici anni Nora aveva lavorato cinque giorni e mezzo alla settimana alla Gibney’s… dopo essersi sposata e essere diventata madre non aveva mai pensato di tornare in quell’ufficio” pag60). Non è facile ritrovare il ritmo, superare le inevitabili chiacchiere della provincia, le piccole gelosie.

Irlanda anni Sessanta

A Enniscorty le ragazze frequentano il golf club, vanno a ballare il sabato sera (lo faceva anche Rose, che abbiamo conosciuto in Brooklyn, ricordate?). Nora invece resta a casa dove “ogni stanza, ogni suono, ogni spazio erano colmi non solo di ciò che era andato perso, ma di tutto il tempo passato” pag 97). La situazione economica impone la vendita della casetta al mare sulla spiaggia di Cush, molto amata dove passavano le vacanze, la acquisterà un altro personaggio che si era affacciato a Brooklyn, Jack Lacey, fratello di Rose e Eilis, che da tempo è emigrato in Inghilterra. Il richiamo ai personaggi di altri romanzi contribuisce a costruire un senso di comunità, l’accenno a una grande storia che è una delle (tante) cose che mi attraggono della scrittura di Tóibín.

Guerra di religione

Raccontando le vite minime degli irlandesi del dopoguerra emergono i temi sociali: l’emigrazione verso gli Stati Uniti e l’Inghilterra dei giovani senza lavoro, le prime organizzazioni sindacali, e su tutte la questione del conflitto cattolici-protestanti con gli scontri che cominciano a infiammare le città. Una delle figlie di Nora, Aine, partecipa alle manifestazioni. la città di Derry  per “i diritti civili dei cattolici”, un luogo teatro di aspri conflitti negli anni Settanta. I cattolici nazionalisti la chiamano Derry, ma  è Londonderry per i protestanti e già questo fa comprendere la frattura sociale. Un sindacalista che era stato allievo del marito spiega a Nora che  lui a scuola “faceva cancellare la parola London dalle cartine dove c’era Londonderry” (pag 134).

Il romanzo è anche la storia di una ricostruzione, quella di una donna che dopo un grave trauma riprende in mano la sua vita e trova nel canto (ha una bella voce, la maestra del coro la incoraggia) un appiglio per credere in se stessa.

La frase: «A volte succede che camminiamo tra coloro che ci hanno lasciato. Sono colmi di qualcosa che nessuno di noi conosce ancora. È un mistero» (pag 144)

 

titolo Nora Webster
autore Colm Tóibín
traduzione Alberto Pezzotta
editore Bompiani
Pagine 346, anno di uscita 2016, Isbn 9788845280818

 

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Long Island
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