Ci sono libri che ogni tanto vogliono essere riletti. Rosa Candida, che nel titolo originale islandese è “il ramo” è uno di questi, una piccola gemma pronta a sbocciare a ogni lettura. Bastano poche pagine e si è subito persi tra i panorami incantati e le strade di lava dell’Islanda. Arnljótur Thórir, che tutti chiamano Lobbi, è un ventenne dai capelli rossi e le passioni originali: il latino e la botanica. Quando la madre muore in un incidente d’auto fa una talea della sua rosa preferita, una rara varietà a otto petali, e decide di lasciare l’isola, l’anziano padre elettricista che continua a cucinare le ricette della moglie scomparsa e il fratello gemello autistico. E lascia anche la piccola Flóra Sól, la figlia neonata avuta con Anna, una ragazza comparsa per una notte nella sua vita.

Il viaggio

Lobbi accetta l’invito di trasferirsi in un monastero nel nord Europa per curare il loro celebre roseto ormai abbandonato. In questo luogo fuori dal tempo il ragazzo libera le rose dai rovi, strappa le erbacce, ripristina le aiuole e in breve restituisce le piante al loro splendore. Insieme al giardino rifiorisce anche l’animo di Lobbi, grazie alla compagnia di un monaco cinefilo che sa suggerirgli la visione di “film più grandi della vita”.

Diventare padre

Ma a rivoluzionare tutto è la telefonata di Anna che gli chiede di tenere per un po’ la bambina per permetterle di terminare gli studi. Lobbi è titubante ma accetta (è un ragazzo del nord europa…). La deliziosa Flóra Sól, che ha sette mesi e assomiglia in modo impressionante al dipinto del Bambino custodito nella chiesa del borgo, porta una luce nuova nel minuscolo paese e nel cuore di Lobbi. L’amore per la bambina e l’attrazione imprevista per la madre sorprendono il ragazzo con il desiderio di diventare una famiglia.

Storia formazione e parabola esistenziale, una lettura delicata e per niente banale dal profondo Nord.

 

 

Diventare adulti
Gli spettri della sera, Piera Ventre
La casa del mago, Emanuele Trevi

titolo Rosa Candida
autore Auður Ava Ólafsdóttir
traduzione Stefano Rosatti
editore Einaudi
pagine 216
anno di uscita 2012