Copertina di "Stoner" di John Williams, Fazi editoreNon è una vita da romanzo quella di William Stoner. Professore di letteratura dell’Università del Missouri, interessato più alle letture che alla carriera. Vissuto nella prima metà del Novecento, non ha mai viaggiato, non ha quasi amici. Sposato con la stessa – orribile – donna, padre di una figlia molto amata. Ma John Williams (scrittore poco noto, anche lui nascosto in una vita ordinaria… ma di questo ne riparliamo più avanti) è riuscito a vedere un mondo dietro l’apparente banalità della vita del suo personaggio. Intanto le origini. Stoner nasce poverissimo in una fattoria in mezzo al nulla. I genitori “consumati dal triste lavoro” vorrebbero farne un dottore in agraria, ma all’università il timido Stoner fa un incontro imprevisto. Incontra la Letteratura. Le lezioni del professor Sloane, un vero Maestro, gli aprono le porte di un mondo di cui ignorava l’esistenza. E lo studente impacciato nell’unico abito che possiede si ritrova a vagare per i corridoi della biblioteca inalando l’odore di migliaia di libri come se fosse un “incenso esotico”.

Una vita qualunque

A poco a poco l’esistenza di Stoner prende forma: diventa insegnante di inglese presso la stessa università, si sposa con Edith, si indebita per acquistare una casa. Scopre subito che Edith, la ragazza che lo aveva incantato versando il tè con gesti delicati, è una donna fredda, dispotica ed egoista. Non esiterà a umiliarlo e a mettergli contro anche la figlia Grace, ma Stoner sopporterà con rassegnazione l’inferno domestico. La resilienza è una delle grandi doti di Stoner, come sarà evidente nella lunga battaglia accademica affrontata per difendere il proprio diritto a bocciare uno studente sbruffone contro il parere dei potenti. Poi all’improvviso nella routine del mite, onesto e rassegnato Stoner irrompe l’amore. La passione ricambiata per la giovane insegnante Katherine però non basta a toglierlo dai binari di una vita già decisa (siamo negli anni Cinquanta…) così anche questa parentesi si chiude. E nel lettore si rafforza la certezza che il vero grande amore di Stoner siano i libri.

Capolavoro

A questo punto non si può più neanche dire che nella vita di Stoner non succeda niente. C’è la relazione con la collega, la coraggiosa presa di posizione in università, le giornate da “separato in casa” con l’insopportabile Edith. C’è persino un lato moderno nel modo in cui si prende cura della piccola Grace, cosa non scontata in un padre del secolo scorso. Il fascino del romanzo è anche nell’abilità di Williams di offrire al lettore spiragli per guardare oltre le apparenze di una esistenza monocorde. Abissi di solitudine e routine devastante. Estrema debolezza con i capricci di Edith (anche quando l’amore è svanito da un pezzo) e coraggioso rigore con i baroni che tentano di licenziarlo. Qual è il vero Stoner? Anzi, chi è Stoner? Il segreto del libro, che non si esaurisce a una sola lettura, è proprio il gioco di scatole cinesi che spinge ad approfondire i grandi temi: l’amore, la passione, l’etica, la letteratura, il lavoro…

Mistero

Il romanzo è uscito per la prima volta nel 1965 ed è stato praticamente ignorato negli Stati Uniti. Ristampato nel 2003, è stato tradotto in francese dalla scrittrice Anna Gavalda nel 2011 e in breve è diventato un best seller in Europa. E torniamo a parlare dell’autore. John Edward Williams era nato nel 1922 in una cittadina dell’Arkansan, le origini modeste, la cattedra di scrittura creativa all’università di Denver e l’attività pubblicistica presentano notevoli analogie con la vita del suo personaggio più famoso. Williams è morto nel 1994, senza poter immaginare che di di lì a poco sarebbe diventato uno scrittore simbolo della narrativa nordamericana.

 

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titolo Stoner
autore John Williams
traduzione Stefano Tummolini
editore Fazi
pagine 335, anno di uscita 2012